Wahran (questo il nome berbero di Orano) significa due leoni e questo è appunto il simbolo che identifica la città (e che si trova con due grandi statue bronzee davanti alla Mairie, il municipio).
Fondata nel 902 dagli Andalusi, Orano ha visto passare tante dominazioni, dagli arabi-berberi agli spagnoli, dagli ottomani ai francesi , ed ogni dominazione ha lasciato importanti tracce nelle architetture e nei monumenti.
Stamattina è una gran bella giornata e si apre ancora meglio perché mi fanno trovare una colazione suntuosa .. ah, mi sono dimenticato di dire che sono l’unico ospite in questo momento.
Segue le indicazioni avute alla reception ieri e alle 8 sono già in strada in una città completamente deserta: tutti a letto a dormire (dopo essere stati alzati la notte, bambini urlanti per le strade fin oltre la mezzanotte ..), negozi chiusi, pochissime auto in movimento, situazione assolutamente irreale in una città araba.
Ne approfitto ed a piedi raggiungo prima la Place des Armes, dove si affacciano il teatro dell’ Opera e la Mairie (con appunto i due leoni) poi la cattedrale de le Sacre Coeur e quindi le Palais de la Culture: monumenti ed edifici molto belli .. ancor di più nella luce mattutina.
Rientro all’ hotel Les Ambasssadeurs e prendo la moto perché adesso i km da fare sono diversi e nell’ ordine vado alla Gare Centrale, alla moschea di Ibn Badis (la più grande dell’ Algeria prima della costruzione pochi anni fa della Grande Moschea di Algeri), al Palais du Bey (abbastanza in rovina ma ricordo tangibile della dominazione ottomana ed ora monumento nazionale) ed infine salgo per una bella strada costeggiata da pini marittimi fino al colle di Santa Cruz, alto più di 400 mt.
Il panorama che si gode da lassù è spettacolare e la visita al forte costruito dagli spagnoli e, appena più sotto, del Santuario omonimo lascia senza fiato: da un lato Orano con il porto, la città vecchia, la città nuova ed in lontananza il Sebkha de Oran (il lago poco profondo, qualificato nel 2001 come zona umida di importanza internazionale) e dall’altro Mers el Kebir, l’altro importante avamposto spagnolo ed ora porto militare.
Mi dispiace dover lasciare questo luogo ed il suo panorama ed il ritorno nel pomeriggio all’albergo avviene lentamente attraverso le piccole viuzze della città vecchia. In reception chiederò un ristorante in un albergo dove possa mangiare un non mussulmano: speremo ben, ea fame xe sempre in me compagnia .. he he he ..
Ah domani si cambia ancora: meta è Tlemcen, città cosmopolita con origini addirittura nella preistoria.
Ciao ciao.
Maurizio