21.04.2023 LA CITTA’ DELLE COLCHAS

Uscire da Lisbona e dalle sue periferie richiede più di un’ ora per superare le 327 rotatorie ed i 79 semafori che incontro: uno sfinimento autentico!!

Come avrete capito non si è liberato un posto alla Pousada de Juventude di Lisbona e come se non bastasse ce ne sono alla Pousada di Coimbra ma solo per le ragazze!!

Guardo un po’ su internet sia booking sia Google Maps e decido per la Pousada de Juventud di Castelo Branco, più o meno all’ altezza di Coimbra ma più spostato verso la Spagna.

Poco da dire sul percorso se non che probabilmente sto vedendo la parte meno turistica (e quindi più autentica) di questo territorio portoghese .. e questo mi piace molto. E bello anche il grande lago che incontro poco prima di arrivare a Vila Velha de Rodao ..

A Castelo Branco, cittadina di 55.000 anime non lontano dal confine spagnolo, sede episcopale e con dei magnifici giardini con anche alberi parecchio rari (domani, se non piove vado a vederli!!) c’è la scuola professionale che prepara gli artigiani nella tradizionale manifattura delle “colchas”, coperte ricamate di influenza orientale.

Faccio appena in tempo ad arrivare che comincia a piovere e anche quando esco a mangiare una pizza continua a scendere acqua e me ne torno in camerata bello zuppo. Visto che c’è poco da scrivere faccio una considerazione (ogni tanto le faccio, lo sapete) ..

Uno degli aspetti che più mi piacciono dei miei viaggi, oltre alla tante meraviglie che ho la fortuna di vedere ed assaporare, sono gli incontri con le persone; è un vero piacere parlare e farsi raccontare le tante storie particolari di connazionali all’ estero per i motivi più disparati (non solo turisti) o di residenti con cui entri in contato nelle situazioni a volte più strane.

In questo viaggio ho conosciuto proprio tanta gente, da Mahmoud, tunisino-francese, che mi ha anche aiutato a spedire a casa due tappeti, a Abdul e Salim che a Ghardaia sono stati i miei angeli custodi, da Benoit giovane motociclista francese alla ricerca della sua identità girando il mondo a Tino Massaro che non vedevo da 27 anni e che mi ha riportato indietro con i ricordi, da Marleene ed Andree, olandesi alla prima esperienza fuori dall’ Europa agli ormai amici Sonia/Matteo e Angela/Alberto che di sicuro ritroverò al ritorno in Italia e poi molti di quanti mi hanno ospitato e che forse non rivedrò mai più: una umanità varia che ha lasciato una traccia dentro d me e mi ha di sicuro aiutato a conoscermi meglio, persone vere, autentiche .. persone, appunto!!

Domani sono ancora qui (come al solito sistemazione moto per l’ultima volta, spero, lavaggio intimo per l’ ultima volta, spero, relax e tranquillità prima di affrontare l’ ultima settimana di viaggio).

Stanco veramente no, voglioso di ritornare assolutamente si ..

Ciao ciao.

Maurizio

20.04.2023 EL TORO ANDALUZ

Chissà perché tutte le case di questa zona dell’ Andalusia sono bianche: che sia perché così i muri non assorbono troppo i raggi solari che qui .. picchia mica male??!!

Dai, a parte le battute è uno spettacolo (che ovviamente spesso richiama molti turisti) vedere questi paesini, piccoli o grandi, tutti di colore bianco con i tetti rossi: veramente bello.

E sulle colline campeggia il simbolo stesso di questa terra : el toro andaluz!!

Mi ripeto ma non posso fare a meno di godere della bellezza delle strade andaluse, sia per il paesaggio attorno che per il piacere di percorrerle con la mia kazakina ( ad oggi sono ormai 13.800 i km percorsi, quasi 54.000 quelli totali ..).

In uno di questi borghi, Sotiel Coronada, non posso fare a meno di fermarmi quando la mia attenzione viene presa da un bellissimo ponte ad arco; lascio la strada principale e percorro una stradina sterrata molto malmessa che mi fa scoprire, di fianco al ponte, un bel molino ad acqua del XVII° secolo; attraverso il diroccato ponte e ritorno in strada giusto il tempo di trovarmi al santuario di Nuestra Senora de la Coronata di Calanas, con i due pilastri in azulejos risalenti addirittura al XV° secolo: una fortuna essere passati di qua.

Pochi km dopo entro in Portogallo ed anche l’Algarve mi fa dono dei suoi bei paesaggi, delle sue pinete, dei suoi paesini .. naturalmente bianchi .. he he he ..

Lisbona è una grande e bella città e attraversarla tutta per arrivare a piazza Marquès de Pombàl, di fianco ai grandi giardini del Parque Eduardo VII, richiede il Suo tempo; è qui infatti che a poche centinaia di metri si trova la Pousada de Juventude, l’ ostello con camera da 7 letti che mi ospiterà stasera: molto ben organizzato, tutto quello che necessita, personale accogliente.

Se ci fosse posto resterei qui anche domani sera: sentiremo domattina dopo la colazione.

Ciao ciao.

Maurizio

19.04.2023 L’ ONDA NUVOLOSA

Non è che diventando vecchio divento più lamentoso (anche se qualcuno penserà il contrario); ed il mio non è neanche un lamento ma più che altro una constatazione: quella di oggi è stata penso la giornata più dura e sono arrivato alla Casa Cortijo Olivar nella Urbanizacion Casquero di Sevilla proprio stanco. Perchè?

Beh perché non sono partito presto per sbafarmi la bella e buona colazione al fantastico Riad Mogador e mi aspettavano circa 320 km per arrivare a Fnideq (strada normale, mica autovia ..), fermarmi e perdere quasi mezz’ora per fare il biglietto del ferry, passare la frontiera Marocco-Spagna (altra mezz’oretta ..), aspettare il ferry in ritardo di tre quarti d’ora, scendere ad Algeciras dopo le 17 e partire per i 210 km fino a Sevilla .. e sotto la minaccia di nuvoloni carichi di pioggia.

Per la strada (non ci mancasse altro) il tom tom mi ha fatto fare 25 km di una strada tra le montagne che se fosse stata sterrata sarebbe stata meglio: invece, stretta, rotta, mille buche e .. tanta polvere da mangiare e tanta polvere sui bagagli, ecco!!!

La strada poi è stata anche bella, sia la parte marocchina, attraverso campi coltivati, camion stracarichi, passi di montagna e, tra Chefchaouen e Tetouan, uno strano fenomeno di nuvole che scendevano come un’onda lungo i fianchi delle montagne, sia la zona della Frontera in Andalusia, con strade rurali divertenti e la bellezza dei villaggi blancos incastonati nel verde delle colline. Alla fine sono arrivato verso le 20.30 alla periferia della città di Siviglia, in una grande casa padronale di coltivatori di olivo, adattata ad ostello e piena di umanità varia, soprattutto lavoratori.

Arrivando ho attraversato la zona industriale con diversi centri commerciali, i vari Ikea, Decathlon, etc etc e appena sistemata la roba nel dormitorio prenotato son ritornato con la moto per fermarmi a mangiare un boccone.

Ho poi dormito profondamente ..

Ciao ciao.

Maurizio

18.04.2023 I PASSI DI MONTAGNA

Ottima la sistemazione al Gite Luna del Fuego, non eccezionale esteriormente (sembra una casa qualsiasi) ma molto ben strutturata all’ interno, con marito e moglie sempre pronti e che hanno sistemato tutto con gusto e attenzione all’ uso.

Ottima la colazione (con anche la Nutella ed una spremuta d’ arancia fatta al momento) e poi via al fresco delle gole; dopo il tunnel Zaabal la strada scende repentinamente per risalire, con grandi lavori in corso, fino ai 1907 mt dello Tizi-n-Talghemt.

Passo la cittadina di Midelt ed ancora salgo fino al col di Zad, nel medio atlante, passando per paesaggi alpini e tanti maestosi cedri, fino ad arrivare ai 2178 mt del colle; da lì si estende un vasto altipiano con laghetti e tanti animali (capre, pecore, cavalli bradi, asini, mucche) sorvegliati dai loro poveri pastori; ci sono infatti tanti piccoli insediamenti di povere baracche, tende raffazzonate, bambini sporchi che chiedono l’elemosina, umile gente. Scendendo di poco si incontrano le prime case e la cosa particolare è che hanno il tetto a due spioventi, tetti che vedo per la prima volta in Marocco. Particolare infine l’incontro con un gruppo di scimmie lungo la strada (penso macachi), abituati a prendere il cibo dalle mani dei turisti.

A Meknes ho scelto un posto fuori dalla medina ed il Riad Mogador è un piccolo bijou in stile moresco che illumina il cuore.

Domani di corsa a Ceuta, traghetto per Algeciras e pernotto a Sevilla. Lascio il Marocco per Spagna e Portogallo. Speremo ben ..

Ciao ciao.

Maurizio

17.04.2023 ACCIDENTI CHE MALE

Ohi ohi ohi .. si può dire che ho parecchio male al c..o? Beh, che si possa dire o no ce l’ ho e faccio perfino fatica a stare seduto in sella alla moto. Io non so se la sella del cammello era messa male, se sono fatto male io, se non mi sono seduto bene .. so che ho male e .. me lo tengo!!

Per contro tutti mi avevano detto che poi dovevo lavare quello che indossavo perché il cammello (dromedario) puzza: il mio doveva essere educato e si era lavato prima perché non puzzava affatto e la roba l’ ho lavata solo perché dovevo .. ma non puzzava affatto.

Ringrazio Mr. Brahim che mi ha riaccompagnato al villaggio facendomi strada in mezzo al deserto e parto per la strada già fatta; nonostante siano non ancora le otto fa già caldo e sudo anche solo a guidare. Solo quando arriverò nell’ Alto Atlante sarà un po’ più fresco e viaggerò proprio bene. Poco dopo Tazarine incrocio una moto che mi invita a fermarmi: sono Angela ed Alberto che avevo incontrato alle gole del Todra; ci fermiamo all’ ombra di due acacie, mangiamo un po’ di frutta, ci scambiamo informazioni e ci diamo appuntamento per una serata in Italia: bello conoscere nuovi amici.

Lascio la noiosa N10 e prendo la N13 che sale in montagna fino ad Achbaro dove la Gite Luna del Fuego mi aspetta con tante attenzioni e tutto quello che serve. Stasera mangio qui (finalmente ne tajine ne cous cous ma un bel barbecue di vacca) e dopo la colazione domattina farò prima le gole del Ziz per arrivare poi a Meknes.

Il viaggio in Marocco sta per finire .. tra due giorni sarò in Spagna ..

Ciao ciao.

Maurizio

16.04.2023 MEHARISTA PER UN GIORNO

Sono qui, in mezzo al nulla e con nulla di tecnologia a disposizione (o quasi ..); avevo già deciso di passare qui due giorni ma non immaginavo in queste condizioni e quindi .. si fa buon gioco a cattiva sorte!!

Anche stamattina alle cinque e mezzo circa mi alzo e non devo neanche fare strada: la sabbia delle dune quasi entra dalla porta della mia stanza e così già dal letto faccio la prima foto; poi cammino un po’ e ne faccio diverse altre .. Ieri sera la stellata sopra la mia testa era fantasmagorica: milioni di stelle senza alcuna interferenza di luci vicine o lontane, uno spettacolo che purtroppo non sono in grado di dimostrare fotograficamente!!

La colazione è invece ottima, con tutto quello che potevo desiderare .. e che non mi lascio sfuggire, naturalmente.

Ora mi aspettano tante tante ore di un caldo bello tosto, senza nulla da fare, per aspettare le cinque del pomeriggio quando arriverà il mio cammello (dromedario) con “conducente” per un giretto di un’ora tra le calde dune del deserto marocchino.

Stasera cena autogestita con la mia solita pasta italiana al sugo di pomodoro e tonno e domattina colazione italiana con cappuccino (italiano in busta) e cantuccini toscani originali: insomma, sono in mezzo al nulla, si, ma .. non senza nulla.

Domani tappa tosta (per la lunghezza ed il caldo) fino alle gorges du Ziz: spero sia un po’ più fresco.

Ciao ciao.

Maurizio

p.s. le foto quando avrò una connessione migliore

15.04.2023 IL MIO COMPLEANNO SULLE DUNE

Eh si, il tempo passa e da oggi anch’io entro nel mio sessantottesimo anno di età. E se non fosse che non posso condividere questa gioia con la mia adorata Anna la location sarebbe eccezionale: mi alzo infatti alle 5.30 ed a piedi vado sulle dune qui fuori per vedere il sorgere del sole. Fantastico!!

In Italia sono gia quasi le 8 del mattino ed il telefono diventa bollente per i tanti amici che mi fanno gli auguri: continuerà tutto il giorno ..

Saluto Monsieur Mohamed e parto per questi quasi 400 km che mi separano dall’ altro villaggio, oltrettutto più a sud, che a ragione si può considerare anticamera del deserto: M’Hamid el Ghizlane infatti, è proprio all’ inizio delle dune color ocra che si estendono per kilometri e kilometri.

Passo tanti paesini di magari poche case ma quasi tutte del colore della terra, costruite, come ho già detto, con paglia e fango; sono talmente belli e talmente diversi da quanto abbiamo in Europa che sarebbe da fermarsi ogni momento. Ovviamente non posso e così alle 14.30 sono già al cafe restaurant Azawad dove ho appuntamento col gestore del Ayour Camp, Monsieur Brahim.

I 2,5 km che separano il camp dal paese sono manco a dirlo di terra battuta e sabbia ma, insomma, nonostante le mie non grandi capacità di guida riesco a tenere il passo della nuova Toyota di Brahim ed arrivare senza incidenti allo spartano Ayour: le piccole abitazioni di fango sono proprio a ridosso delle dune (che sembrano entrare nella stanza), non c’è spina nè acqua (per lavarsi e andare in bagno bisogna portarsi nel complesso principale a una quarantina di metri in mezzo alla sabbia), bisogna portarsi l’acqua da bere, sono il solo ospite e .. non abbiamo nulla vicino: insomma, un novello Robinson Crusoe!! Dai, sto esagerando, è una battuta ..

In compenso mi fanno la cena (tajine naturalmente) e la colazione e chiederò anche a Brahim per un giro a dorso di cammello domani mattina.

Adesso vado a lavare un po’ di roba e a ricaricare il telefono nel complesso principale .. di connessione neanche parlarne!!

Ciao ciao.

Maurizio

p.s. le foto appena avrò una connessione migliore

14.04.2023 LA PORTA DEL DESERTO

Ieri sera a cena ci hanno raggiunto Alberto ed Angela, due motociclisti su bmw 1200 gs che abitano a Trebaseleghe (Lui era designer all’ Aprilia di Noale). Alberto lavorava con Federica, volontaria Emergency e grande amica, che gli aveva parlato di me, stavano girando in Marocco e così si è fatto 200 km in più per venire a conoscermi: secondo mi el xe mato ..

Stamattina partiamo tutti in direzioni differenti e dopo i saluti ed abbracci io prendo la strada verso Merzouga, quella che viene universalmente conosciuta come la porta del deserto marocchino; strada facile, poco più di 200 km, con le alture sempre più rade e la piattezza che comincia a prendere il sopravvento.

Incontro qualche gruppo di beduini, vedo un vecchio sistema di canalizzazione dell’ acqua e di pozzi, vado ad un museo dei fossili e dei minerali ad Erfoud, tom tom mi fa fare una strada in parte sterrata dentro ad oasi con edifici di fango e finalmente arrivo al “villaggio”: la strada asfaltata finisce e per arrivare alle varie destinazioni ci sono solo strade con parecchia sabbia (rischio anche di cadere ma riesco a stare in piedi ..).

La Maison Adrar è una casa di famiglia molto grande, con un ampio giardino con tante palme e con solo un portone di ferro lungo la cinta esterna a separarmi dal deserto vero: wow ..

Dormo in tenda (e sono per oggi l’ unico ospite), mangerò cena e colazione qui nel grande “salon” e domattina partirò verso un’ altra bella destinazione: M’Hamid el Ghizlane dubito sotto Zagora .. e lì, per non farsi mancare nulla, proverò a fare un giro in cammello!!

Ciao ciao.

Maurizio

13.04.2023 LE GOLE

La serata a cena in compagnia di Andree e Marleene passa piacevolmente (anche con due cantuccini come dessert) ed al mattino ci ritroviamo sulla terrazza per una succosa colazione; i due ragazzi sono amabili conversatori ed il tempo passa velocemente in loro compagnia ..

Tiriamo fuori le tre moto dal garage di Monsieur Alouf, le carichiamo ed insieme andiamo verso le gole con Andree che guida il gruppo; giunti alla sommità ci separiamo e mentre loro proseguono io scendo a vedere lo scorrere del Dades e l’inizio del canyon. Ci sono anche altri turisti italiani (in auto) e molti pullmini marocchini con gente da tutto il mondo.

Ritorno indietro di una quindicina di kilometri e prendo la RN10 verso Tinghir, questa nuova città in continua espansione, porta di accesso alle gorges più famose del Marocco, quelle del Todra; i villaggi che attraverso sono essi stessi una continua attrazione, arroccati lungo i fianchi della montagna, quasi mimetizzati, costruiti come sono con le stesse rocce che li circondano: ci sarebbe da fermarsi centinaia di volte per fotografare gli spettacoli sempre nuovi che si presentano ma ci vorrebbero mesi ..

La bellezza delle Gorges du Todra è veramente spettacolare ed anche se turisticamente molto frequentate (diverse le corriere, i pullmini, le auto e le bancarelle di venditori vari) è sempre emozionante passare con la propria moto in mezzo alle alte pareti rossastre e di fianco alle basse rive del fiumiciattolo: se penso che ci sono arrivato da solo con la mia moto, senza guide, senza agenzie, senza tour organizzati .. beh, è una bella sensazione, dai!!

Ed un’altra bella sensazione viene dall’ incontro ed dai sinceri abbracci che ci scambiamo quando nel pomeriggio arrivano Sonia e Matteo, i due amici di Salsomaggiore T. di cui sono stato partecipe delle nozze e con i quali da 2-3 anni progettavamo l’incontro in moto fuori dall’ Europa. Con i due simpatici emiliani saremo insieme a cena e a colazione ed arriveranno anche altri due italiani in moto: un bel gruppo stasera dopo tanto viaggiare solitario. Le foto si sprecano ..

Domani una delle tappe simbolo di un viaggio in moto in Marocco: Merzouga, la porta del deserto.

Come sempre speremo ben ..

Ciao ciao.

Maurizio

12.04.2023 COLAZIONE (E CENA) IN TERRAZZA

E’ la prima volta in questo viaggio che faccio la colazione su una bella terrazza e quella del Essassi 23, avevo già visto ieri sera, domina questa parte della città, affiancata com’ è al più bel palazzo di Marrakech (già residenza del reggente al provveditorato francese), costruito alla fine dell’ 800 e intitolato alla moglie preferita del visir Ahmad Musa (colui che lo fece costruire): il Palazzo della Bahia.

Sono attorniato da tortore e piccoli uccellini, la colazione è abbondante, sono solo, l’aria è fresca e si sta bene: ahh, la giornata comincia bene ..

Il percorso è di circa 300 km e dopo gli iniziali in pianura, e nel traffico, la strada comincia a salire; ci sono parecchi lavori in corso per ampliare la carreggiata ma in genere la RN9 che collega Marrakech con Oarzazate passando per l’Alto Atlante è facilmente percorribile. Quando poi la salita diventa impegnativa e si va verso il Tizi N’ Tichka (il passo più alto del Nord Africa con i suoi 2260 mt) le curve si susseguono alle curve in un crescendo di adrenalina che mi solletica come pilota e che mi fa superare tutti in mezzi incontrati; il panorama inoltre è splendido con le montagne attorno ancora in parte ammantate di neve ed il fondo valle, percorso dal torrente Tichka, che sembra un’oasi senza fine.

Oaurzazate, resa nota al grande pubblico perché qui Bernardo Bertolucci nel 1990 girò le scene del film “il tè nel deserto”, viene considerata la porta del deserto marocchino anche se ormai è a tutti gli effetti una città moderna con quasi 80.000 abitanti.

Passo davanti agli Atlas Studio (dove vengono e vennero girate diverse scene di film) e, appena fuori della città, la centrale solare termodinamica; da qui in avanti è un susseguirsi di piccoli villaggi con abitazioni tradizionali costruite con mattoni di paglia e fango fino a quando giro completamente a sinistra e prendo la vallata del Dadès, tra alte montagne rossastre e tanto verde nel fondovalle.

La Maison D’ hote Amazir non è niente di eccezionale ma ha una posizione stupenda, una buonissima connessione wifi, una buona doccia e Monsieur Alouf è pieno di premure e cortesie (il te in terrazza e stasera la cena, fuori la sua macchina dal garage per far posto alla mia moto, pieno di informazioni sulle gole).

Ci sono anche Andrew e Marlene, due motociclisti olandesi (con due moto, anche Lei guida!!) con cui scambiamo tante chiacchiere e informazioni: stasera si mangia insieme sulla terrazza affacciata sulle pareti rocciose.

Domani altre gole, quelle del Todra, ed incontro con Sonia e Matteo ..

Ciao ciao.

Maurizio