10.03.2023 E LA SABBIA CHE VA ..

Dormo poco più di 5 ore; ieri sera non ho cenato e quindi la buona colazione è molto ben apprezzata. Il custode del parcheggio, non so perché, mi regala anche due bottiglie di acqua (l’ acqua va sempre ben nel deserto ..).

Perchè la strada di 547 km che da El Oued va a Ghardaia passando per Ouargla è quasi tutta di deserto, con pochi villaggi iniziali e dune alte o basse a non finire. L’Harmattan che soffia da Nord Ovest è davvero impetuoso ed oltre ad inclinare la moto sposta una notevole quantità di sabbia che attraversa la strada fino ad oltre un metro di altezza: devo assolutamente tenere il casco chiuso (io che viaggio sempre col casco aperto) e la sabbia la ritrovo alla sera .. dappertutto!! E la foschia attorno non è nebbia ma .. sabbia!

La strada comunque è molto bella e per buona parte a due corsie per carreggiata; l’ arrivo alla pentapoli di Ghardaia è intorno alle 13.30 e mi fermo spesso per fotografare tanti nuclei abitativi recenti: sono fatti per la maggior parte come le vecchie case tradizionali ma si ripetono una attaccata all’ altra per decine se non centinaia di volte. E sono tanti ..

A Beni Isguen (una delle cinque città della valle dello M’zab) cerco la casa tradizionale Akham e resto veramente colpito dalla bellezza del luogo, con all’interno piscina (purtroppo vuota) e tenda originale Algerina inserite in gran giardino pieno di palme. E la stanza non è da meno !!

Sono poi parecchio fortunato perché proprio mentre mi stò recando lungo la romita strada (sassi, fango, sabbia, buche) che porta al Akham escono i fedeli per la preghiera del venerdi da una moschea ed ho modo di passare con la moto in mezzo ad una folla con la lunga Galibia bianca ed in testa uno zuccotto di uguale colore .. e ci sono anche le donne, sempre con tunica bianca che copre anche il capo, che lasciano intravedere solamente un occhio. Ma come mi dirà poi Abdul vedono tutto, anche di più. Wow ..

Al Akham vede la moto Selim, presidente di un locale motoclub, e incontrati che ci siamo facciamo amicizia e mi invita a conoscere alcuni dei locali motociclisti: si instaura un bel rapporto (come succede quasi sempre tra motociclisti), beviamo un buon Te insieme e ci scambiamo riferimenti per prossimi incontri. Il bello del viaggiare sono anche incontri come questi ..

Domani visita di Ghardaia.

Ciao ciao.

Maurizio

p.s. non ho fotografato fedeli (maschi e femmine) perchè so che non è gradito.

09.03.2023 APOLOGIES

Eh, si, tante scuse dopo, ma ieri è stata duretta.

Niente di che, ci mancherebbe, cose normali quando si viaggia .. ma quando le stai vivendo non è proprio il massimo.

Ma andiamo con ordine; per andare da Tozeur a El Oued ci sono circa 150 km, 60 fino alla frontiera e 90 dalla frontiera alla cittadina algerina: che ci vuole? Me la prendo comoda e parto alle 9 dopo la colazione. Alle 10 entro dalla parte tunisina e già là, solo per uscire, passa un’oretta. Ma il bello arriva a quella algerina: un addetto della police mi prende in carico, mi fa conoscere l’addetto dell’assicurazione ed un graduato che molto gentilmente mi chiede se ho la guida, perché senza guida da Haouza non si entra. Non ho la guida ma ho la lettera dell’agenzia: niente da fare, devo andare ad una frontiera più a nord dove non serve guida.

Non serve farlo ragionare, inutile dirgli che poi arriverò comunque a El Oued: irremovibile!! Ritorno indietro, ripasso frontiera tunisina e via per quasi 300 km con i dossi rallentatoti da 30 cm che rallentano non poco la marcia.

A Bou Ckeba sono i tunisini che non mi vogliono più far entrare perché dicono che sono già uscito: insomma le comiche ..

Alla fine dopo tre ore in frontiera riesco ad entrare in Algeria (anche qui pratiche a non finire) e quasi alle 18 riparto per altri 300 km fino a El Oued,quasi tutti col buio per strade che non dico (il Tom Tom mi fa fare anche 22 km in sterrato in mezzo ai campi!!)

Alle 22.40 arrivo e cerco, trovandolo abbastanza facilmente l’Hotel El Mediaf dove, incredibilmente, non c’è la prenotazione della Fancyellow: gò tirà xo anche el ..

Sono stanco non ho più energie dopo quasi 10 ore in moto e diverse telefonate ad Algieri senza avere risposta, pago e vado a dormire (dopo la doccia) in una bella camera.. Domani è un altro giorno, dai.

Ciao ciao.

Maurizio

08.03.2023 CASCATE, CANYON E PISTE

Grande giornata quella odierna, con un assaggio della bellezza della Tunisia che mi ha lasciato incantato.

Dopo la colazione più o meno solita mi appresto a partire; ieri pomeriggio ho lavato l’intimo e così mi vesto quasi normalmente con un paio di jeans, maglietta e le protezioni sopra. Parto in direzione nord di Tozeur e subito una strada che passa dentro un’oasi mi viene incontro: bella sensazione. Poi un lungo stradone verso le montagne in lontananza, con cartelli che raccomandano di fare attenzione all’attraversamento dei dromedari.

All’ inizio della salita delle montagne di fronte a me si apre un bel canyon e pochi kilometri dopo vedo l’insegna per la “grande cascade” ;volto velocemente la moto e giù fin dove si può, fin dove delle bancarelle impediscono di proseguire. A piedi quindi vado ancora più giù e vengo ripagato dal rumore di una argentina cascata da cui scende una bella acqua cristallina. Alle bancarelle non posso esimermi dal prendere un buon te al rosmarino .. e già che ci sono prendo anche cinque litri di benzina (algerina mi viene precisato, non sò se meglio o peggio di quella tunisina), che mi viene portata con 3 bottiglie da 1,5 lt ed una da 1/2 lt (e messa nel serbatoio con una da mezzo litro senza fondo che serve da imbuto con un pezzo di stoffa a fare da filtro antisporco .. mah, speremo ben).

Supero Tamerza (non vado all’altra cascata, una basta e avanza) e proseguo invece per Mides, dove trovo Khalil che mi farà da ottima guida nella visita al grande canyon che arriva appunto fino a Tamerza. Prima una passeggiata da sopra per vedere anche il vecchio villaggio di Mides abbandonato tanti anni fa per una pioggia torrenziale; poi giù lungo le ripide pareti fino a camminare sul fondo del canyon; gran bella sensazione, davvero.

E’ ormai passato mezzogiorno da un pezzo quando riparto alla volta di Redeyef, una ventina di km più avanti, per prendere una delle strade mitiche per i motociclisti che arrivano in queste zone: dopo la disfatta di El Alamein le truppe dell’ asse si ritirarono verso la Tunisia e per non farsi imbottigliare il Generale Erwin Rommel fece costruire questa strada sul fianco della montagna, lastricandola in parte con grandi lastroni di cemento (per far passare i panzer rimasti). Il paesaggio è stratosferico, il silenzio assoluto, difficoltà poca a parte un pò la pendenza e i sassi in alcuni punti. Il problema è trovarla perchè a Redeyef ben pochi sembrano conoscerla (e meno ancora la percorrono). Ah, incredibilmente la pista parte proprio dal mezzo di una grande discarica fumante .. e che puzza!!

Stasera ultima in Tunisia; domani si parte in direzione della frontiera con l’ Algeria (la tappa prevede Tozeur-El Oued, circa 160 km fino all’ hotel El Medjaf) e devo dire che un pò di apprensione ce l’ho: speriamo non ci siano sorprese e tutto vada per il meglio, dai!!

Ciao ciao.

Maurizio

07.03.2023 TOZEUR

Decido di seguire il consiglio di Mattia che ha percorso la Tunisia sia in auto che in bici e dopo la colazione al “20 Mars”parto verso sud seguendo la pista (ormai asfaltata) che porta verso Ksar Ghilane: l’avessi saputo prima l’avrei seguita direttamente da K.G. il giorno prima ma tant’è ..

La pista è si asfaltata ma le lingue di sabbia portate dal forte vento di ieri invadono ancora parecchio il manto stradale ed in alcuni casi sono veramente numerose.

L’incontro con monsieur Bouali che gestisce questo cafè ai margini del deserto e assolutamente cordiale e dopo l’offerta del caffè abbiamo modo di chiaccherare parecchio: di qui sono passati tanti grandi viaggiatori e piloti da Pinuccio e Doni a Fabrizio Meoni, solo per citarne alcuni ..

Una foto al vecchio forte della legione straniera ora occupato dalla Guardia Nazionale e poi via un rapido ritorno a Douz (che attraverso lentamente per il gran traffico). E’ presto e non ho tanta strada da fare, così ne approfitto per fermarmi spesso e osservare la vita nei vari villaggi che mi separano dallo Chott el Jerid, il grande lago salato che occupa buona parte della Tunisia centrale.

Provo anche a scendere sul lago ma subito c’è un tratto molle che consiglia di lasciar perdere se non si vuole sprofondare e terminare lì il viaggio.

Superati i 50 km dello Chott (a metà del quale c’è ancora una azienda per l’estrazione del minerale) prendo la strada per Tozeur e neanche 2 km dopo vedo una moto che avanza: è Mauro Folli, si, proprio il motociclista torinese col quale abbiamo passato insieme il tempo sul traghetto: grandi abbracci, scambio di informazioni, promesse di reincontro in Italia e poi Lui verso Douz ed io in ua decina di minuti arrivo a Tozeur.

Trovo rapidamente il Residence Warda che mi avevano consigliato a Douz e mi sistemo in una camera pulita, dignitosa, con tutto quel che serve e per la cifra di 12 euro: a so proprio fortunà, ciò ..

Domami resto qua e vado a fare il giro a canyon, cascate, piste a nord di Tozeur.

Ciao ciao.

Maurizio

06.03.2023 LA MIA PRIMA VOLTA IN QUAD

Alle sette e mezza faccio colazione e subito dopo mi “cucco” un altro caffè (stavolta italiano e con la moka) offerto dai ragazzi ragusani. Loro stanno aspettando la guida tunisina per la partenza ed io aspetto le 9.15 per .. ma per andare in quad, che diamine!! Eh, si, non sono solito a queste cose ma stavolta, ai margine di un bel “erg” (deserto di dune di sabbia) cedo alla tentazione e prenoto. Nel frattempo preparo tutto il materiale e mi vesto da moto.

Il costo per un’ora è intorno ai 25 euro, quindi relativamente poco, e l’esperienza si rivela divertente ed istruttiva: non è come guidare la moto (difficile cadere) e basta (si fa per dire) dosare l’uso dell’ acceleratore e girare il manubrio nella direzione da seguire, senza spostare troppo il peso del corpo (almeno così mi è stato detto di fare ed io .. ho eseguito).

Ad una mezz’ oretta di distanza completamente in mezzo alle dune di sabbio c’è un vecchio forte romano (con ancora le iscrizioni sulle architravi) ed è quanto meno sbalorditivo pensare che le legioni romane si siano spinte a questo posto sperduto nel deserto tunisino.

Comunque finita l’esperienza (ah, al posto del casco mi hanno messo un turbante blu) ricarico la moto e parto per i poco più di 100 km che mi separano da Douz, meta di giornata.

Nel mezzo non c’è assolutamente nulla, nè un villaggio, nè in caffè, nè un distributore: in compenso un forte vento trasversale mi accompagna fin quasi alla città . Mi accoglie la benzina (sono già in riserva) ed una bella e semplice città. Scelgo il “20 marzo” hotel, senza tante pretese ma con tutto quel che serve (soprattutto una ottima connessione hifi) e molto pulito. Per portare dentro la moto devo attraversare un portale in legno ma con le due borse laterali rischio di toccare e allora l’addetto alla reception che fa? Toglie le due ante e la moto passa per pochi centimetri .. fantastico!!

Domani lo Chott el Jerid e Tozeur: sempre bella la Tunisia.

Ciao ciao.

Maurizio

05.03.2023 VILLAGGI BERBERI

Ieri sera a cena ho conosciuto due francesi che in auto stanno facendo un tour qui in Tunisia; anzi Mahmoud è tunisino di origine (di Gabes, non lontano da qui) e sta accompagnando l’amico Guillaume. E’ con loro che mi muovo stamani per attraversare i villaggi della zona berbera (e come già detto anche Matmata è inserita in questa zona). Da qui in avanti non ci saranno più distributori e quindi prima di partire andiamo a Nouvelle Matmata (una decina di km) per il rifornimento.

Il primo villaggio, dopo 26 km di una splendida strada di montagna dalle rocce rosse, è Toujane e ci fermiamo anche in un piccolo negozio di “artisanat” dove il giovane gestore ci accompagna dalla mamma seduta davanti al telaio per confezionare tappeti di diverse forme e colori fatti con lana di montone o cammello (dromedario). Siccome gli compriamo anche qualcosa ci offre te aromatizzato al mandarino e miele del luogo: ottimo direi.

Proseguiamo verso sud e lasciamo la strada verso Medenina per dirigerci allo spettacolare Ksar Hallouf, proprio sulla cima di una montagna: pensare che nel 812 qui hanno costruito questo interessante (e grande) sistema di magazzini fa pensare che già più di 1000 anni fa qui doveva esistere una fiorente cultura e soprattutto doveva vivere davvero molta più gente di adesso. Il giro del luogo è davvero interessante ed abbiamo la fortuna che il custode ci apre anche la vecchia “oleria” (con la macina ora desolatamente vuota ma in origina girata da un asinello). Poco dopo devo separarmi dai miei nuovi amici: loro vanno verso Tetouine, io invece continuo in direzione ovest, verso il deserto di sabbia e Ksar Ghilane.

Temevo un po’ questa strada che mi era stato detto essere una pista, anche con sabbia, ed invece è tutta asfaltata, solo con qualche lingua di sabbia, trascinata dal forte vento, che supero in velocità. L’arrivo a K.G. è all’insegna dei tanti posti dove fermarsi (campment, hotel, resort con spa, etc ) e dei tanti rivenditori “abusivi” d’ essance, visto che di distributori non ce ne sono proprio. Mi fermo al Campment Ghilane dove per 55 dinari (circa 17 euro) ho un bel posto in una grande tenda per due persone con elettricità e poi cena e colazione .. e la tenda è sicuramente meglio di tanti alberghi incontrati nei miei viaggi!! A cena poi incontro un gruppo di 11 italiani (di Ragusa) che con dei fuoristrada superattrazzati stanno facendo un tour di una settimana qui in Tunisia.

Domani vedremo, tra bagni nelle acque termali e forse un giro in quad nel deserto; poi nel pomeriggio via per i 144 km che mi separano da Douz.

Ciao ciao.

04.03.2023 LA CITTA’ SOTTO TERRA

Alle sette sono in piedi e ne approfitto, prima di colazione, per scrivere una buona parte dei post dei giorni precedenti. Colazione “continental” ma bella sostanziosa e poi mi dirigo a piedi al negozio di telefonia che ho visto ieri chiuso (era venerdi, giorno di festa per i berberi-arabi). Dopo aver sistemato la sym da qui inizio il mio giro a piedi per le vie tranquille.

Matmata è una cittadina berbera, a circa 600 mt di quota e, come detto ieri, con circa 1800 abitanti. Molti hanno ormai abitazioni moderne (tutte col tetto orizzontale come usa da queste parti) ma alcuni resistono a vivere nelle case sottoterra tradizionali, costruite nella roccia e scavate per ottenere i vari vani che le compongono: quelle ancora abitate sono veramente belle e con molte grandi stanze. La popolazione ha costruito così i luoghi dove vivere per sfuggire al gran caldo (anche 48° in estate) e nello stesso tempo, visto che sono costruite normalmente a 7 mt dalla sommità della collina, raccogliere l’acqua nel cortile centrale.

Camminando passo davanti al municipio, arrivo al Sidi Idriss che George Lucas ha scelto come stage del Suo Stars Wars IV, arrivo al vecchio cimitero, fotografo dall’alto almeno 5 o 6 abitazioni trogloditiche ormai abbandonate, visito il museo.

Nel pomeriggio sistemazione moto e bagaglio e chiesto informazioni varie su quanto mi attende domani: i km fino a Ksar Ghilane sono pochi, non c’è distributore di benzina lungo la strada, la pista si può percorrere. Anche stasera cena qui al Marhala: chissà se sarà ancora come ieri sera.

Ciao ciao

03.03.2023 GRANDE MATMATA

Ieri è stata una giornata sfortunata: la nave che arriva con quasi tre ore di ritardo, compro una sym tunisina e non funziona, dovevo arrivare a Sfax e per il ritardo (e per non guidare di notte) mi fermo a Sousse, nell’albergo dovrebbe esserci la connessione wifi ed invece non funziona … insomma tante cose negative!!

Oggi invece la giornata inizia con un ottimo cappuccino-brioche al cafè Al Prince che ha anche una buonissima connessione e riesco a comunicare con Anna per un bel pò, poi la strada scorre veloce e la fermata a El Djem per la visita al grande anfiteatro romano rinfranca lo spirito; infine la bellissima strada tra Gabes e Matmata per un motociclista è davvero divertente con continue curve e controcurve con pendenze varie inserite in un paesaggio di terra e rocce rosse punteggiate qua e là da piccole oasi di palme e acqua: bello, veramente bello!!

All’arrivo nella Matmata vecchia (1800 abitanti, distante una decina di chilometri dalla nuova Matmata che di abitanti ne ha più di 20 mila) mi attende un incaricato del locale ufficio del Turismo che mi rincorre col motorino per darmi il benvenuto e spiegarmi un pò la città. Vado poi all’albergo che ho visto su internet (ma non prenotato) ed è quanto di meglio avrei potuto scegliere. Il Marhala si trova infatti in una vecchia casa sottoterra di Matmata e tutto trasuda storia e cultura: ogni stanza è scavata nella roccia ed addobbata in maniera tradizionale, così come avevano fatto per secoli gli abitanti del luogo. C’è anche un’ottima connessione e la cena è compresa nel prezzo.

Già, la cena, chissà cosa m daranno? Beh, eccola qua: salsa piccante con cumino, zuppa di farro con cumino, bric (una specie di grosso raviolone) di erbette e uovo, coscia di pollo con patate e pomodori, cous cous tradizionale, due arance: insomma mangiare semplice ma fatto molto bene, abbondante, nella migliore tradizione del luogo. Insomma, sono proprio soddisfatto.

Domani resto qui per una visita della città e sistemare alcune cose. Ah, il ragazzo dell’ albergo, Mustafa, mi sistema il cupolino fissando le due parti con 4 viti: è più solido di prima!!

Gran bella giornata.

Ciao ciao.

02.03.2023 PRIMI APPROCCI DI TUNISIA

Faccio amicizia con 4 motociclisti, un torinese ma di origine Ferrarese, Mauro, e 3 Sanmarinesi, Mauro (2), Fabio e Luca, ed è con loro che passerò le lunghe ore che ci separano dall’arrivo (che peraltro avverrà con quasi 3 ore di ritardo). Il tempo passa molto lentamente e oltrattutto con due che non si sentono per niente bene. L’arrivo, lo sbarco, le formalità doganali invece sono molto più rapide di quanto mi aspettavo e già verso le 17 sto salutando i nuovi amici (speriamo di incontrarci tra qualche giorno nel sud) e facendo rifornimento appena fuori del porto di La Goulette.

Saluto tutti e via verso sud, cercando di arrivare a Sfax, ma la vedo dura perchè le ombre della sera già stanno calando e fare 300 km al buio su una strada che all’inizio si inerpica su basse colline con animali in strada non mi attira proprio.

Mi sono anche dimenticato di dire che l’addetto allo stivaggio delle moto sulla motonave Catania della Grimaldi Lines deve essere un c…..e perchè tira la cinghia non dalla parte del cavalletto ma da quella dx con il solo risultato di farla cadere e rompere specchietto dx e cupolino (esattamente a metà): capite quindi che guidare senza cupolino e specchietto non è proprio il massimo.

Decido così di fermarmi a Sousse (nel quartiere Hamman) e l’hotel Cleopatre è proprio quello che fa al caso mio; purtroppo c’ è il WiFi ma non con accesso ad internet e la carta sym comprata appena fuori Tunisi non funziona. Sono quindi isolato da due giorni ma non è una cosa così terribile: domani sistemerò ed intanto mi riposo per bene in un bel letto caldo.

Ciao ciao.

01.03.2023 Barbarano Romano ed il traghetto

La notte passa tranquilla nel bel Casale del Popolo ed al mattino trovo Luisa ad attendermi per la colazione nella grande sala: il caffè, i biscotti, le fette biscottate, il burro di Riccardo, le marmellate della padrona di casa e poi via sotto una fitta pioggerellina verso il paese. Parcheggio la moto fuori le mura ed a piedi percorro il corso centrale: è veramente un bel borgo con case con i contrafforti in pietra (penso tufo) tipiche del periodo medioevale e gli stretti vicoli che si dipartono dalla via principale, ogni tanto una piccola piazza. Termina in fondo in grande vallone (se fossimo in America potrei definirlo un canyon) pieno di vegetazione .

Ritorno indietro, salgo in moto e dopo poco più di tre km verso Vetralla vedo il cartello marrone della Necropoli di San Giuliano: il guardaparco incontrato in una piazzetta di Barbarano mi aveva spiegato che era stato per questa sito, tra anche altre cose, che era stato creato il Parco Regionale Marturanum e devo dire che la visita (purtroppo sotto una fitta pioggia) è stata interessante, con la collina centrale perforata dalle tombe di diverse famiglie.

Mi mancano una cinquantina di km a Civitavecchia e li faccio senza prendere una ulteriore goccia di pioggia: sembra che il TomTom abbia un programma per evitare le nuvole temporalesche .. he he he ..

Al porto, dopo aver espletato le operazioni di check in, mi accingo ad una lunga attesa (sono le 14 e il ferry della Grimaldi, se in orario, partirà solo verso le 19.30. Nel parcheggio imbarchi faccio conoscenza con i pochi motociclisti italiani in mezzo a centinaia e centinaia di macchine con targa italiano, francese, tedesca, inglese ma tutte pilotate da Tunisini con famiglia e TANTI bagagli.

Purtoppo lasceremo il molo/pier 21 solamente verso le 23 ed il rollio/beccheggio della nave nel mare mosso metterà a dura prova lo stomaco di molti. Io non ho nessun problema e mi addormento beatamente per 4-5 ore.

Ciao ciao